Rigenerare il terreno con la microbiologia: cosa significa?

Terreno e microbiologia

Perché parliamo di rigenerare il terreno utilizzando la microbiologia? Il suolo si è impoverito, questo è purtroppo un dato di fatto che non possiamo più ignorare.

In anni di pratiche agronomiche che hanno scelto un approccio “apparentemente” più semplice come quello chimico, il suolo ha subito un cambiamento drammatico sia nella sua composizione che nel suo equilibrio: manca dei microrganismi e della sostanza organica, che fanno crescere piante resistenti e che producono colture sane per la nostra salute.

L’abuso della chimica, ha largamente contribuito a creare un impatto negativo sull’ambiente, sia per la velocissima mineralizzazione dell’humus del suolo che è stato trasformato in anidride carbonica rilasciata nell’atmosfera, sia a causa delle le sostanze nocive dei pesticidi liberati nell’aria, oltre a promuovere più in generale, un atteggiamento poco rispettoso verso l’ambiente.

In questo articolo vediamo come un suolo rigenerato sia l’elemento fondante per un ecosistema più sano.

Perché è necessario rigenerare il terreno per un ecosistema più sano

Per avere di nuovo un ecosistema più sano è necessario rigenerare il terreno a partire dalle sostanze fondamentali che lo compongono: ecco dove entra in scena la microbiologia.

Pratiche agronomiche di rotazione, distribuzione di sostanza organica, copertura del suolo, sono tutti metodi che favoriscono un naturale ripristino e un nuovo sviluppo della microbiologia presente all’interno del suolo.

Così facendo ricreano quel mondo ricco e pieno di vita che serve alle radici della pianta per trovare nutrimento, anche raggiungendo distanze che permettono loro di raggiungere distanze molto più ampie e non dipendenti dalla lunghezza delle loro radici.

Ad oggi non abbiamo uno scenario di questo tipo. Molto spesso i terreni agrari si trovano in uno stato di desertificazione, dove la vita microbiologica originaria è effettivamente compromessa.

Ecco perché diventa fondamentale, per rigenerare il terreno, utilizzare sia la sostanza organica umidificata – cioè compost e compostati – sia inoculi della microbiologia originaria del terreno, che è andata perduta.

In questo modo aiutiamo i suoli a ritornare a una condizione di equilibrio, ricreando un ecosistema più sano, avviando un circolo “virtuoso” dove dal suolo si arriva a piante sane e a prodotti alimentari qualitativamente migliori e nutraceutici.

Cosa significa rigenerare il terreno con la microbiologia?

Cosa significa effettivamente rigenerare la fertilità del suolo con la microbiologia?

Si tratta di reinserire i microrganismi all’interno di un suolo desertificato per ripristinare le condizioni ottimali di crescita e sviluppo di una vita sana e di piante sane. Come si è detto, i microrganismi sono i veri attori della vitalità e capacità di assorbimento e sviluppo delle piante, permettendo il recupero e la solubilizzazione dei nutrienti, anche lontani dalle radici, garantendo inoltre una difesa attiva dai patogeni.

Ecco perché i microrganismi sono così cruciali: danno letteralmente la spinta alla vita all’interno dell’ecosistema del terreno. Se abbiamo microrganismi a sufficienza nel suolo, viene garantito anche il nutrimento per piante che cresceranno così più resistenti, e che perciò avranno bisogno di meno cure chimiche (oltre a sviluppare migliori difese contro i parassiti). Inoltre, considerata la crisi ambientale che stiamo vivendo, saranno più efficaci nel far fronte anche al cambiamento climatico e alla carenza idrica.

Di cosa parliamo quando parliamo di microbiologia?

Quando parliamo di microbiologia ci riferiamo a qualcosa di molto affascinante ma allo stesso tempo complesso.

Si tratta di una rete di organismi che hanno caratteristiche diverse, che sono più o meno mobili e che soprattutto sono specializzati in attività specifiche, come ad esempio:

 

  • trasformazione;
  • solubilizzazione;
  • intercettazione dei nutrienti;
  • intercettazione dell’acqua.

 

In sostanza, provvedono a sostenere le radici della pianta: quanti più microrganismi avremo nel terreno, tanto più una pianta avrà accesso al nutrimento che le serve e nelle più favorevoli condizioni ambientali del suolo per la sua efficienza.

I microrganismi ricevono zuccheri dalla pianta e restituiscono sostanze nutritive come azoto, fosforo e altri microelementi; si tratta di una vera e propria collaborazione per la vita che in natura è capace di sostenere autonomamente intere foreste.

La rete trofica di batteri, funghi, protozoi e nematodi si instaura, prolifera e si sviluppa grazie all’input delle piante che cedono fino al 40% dei prodotti della fotosintesi a questa comunità sotterranea che diventa vitale per la pianta.

Più gli scambi tra microrganismi e pianta sono complessi e articolati, maggiore sarà la possibilità di avere una coltura forte e sana, con minore probabilità di contrarre malattie da agenti patogeni, che vengono ad essere neutralizzati dalla microbiologia sinergica del suolo.

In Biozeta ci occupiamo da anni di rigenerazione dei suoli: abbiamo messo a punto il metodo Geavitae, che lavora proprio su questo aspetto utilizzando pratiche innovative e piani di intervento pensati in modo specifico per ogni terreno e coltura.

Con l’obiettivo di una transizione agricola verso il ripristino della vita microbiologica e la rigenerazione dei suoli, affianchiamo professionisti del settore, appassionati e hobbisti, che hanno scelto di intervenire attivamente in questo processo e che hanno a cuore la propria salute e quella dell’ambiente in cui viviamo.

Se anche tu vuoi approcciarti a un’agricoltura sostenibile e rigenerativa, contattaci: siamo qui per affiancarti con consigli e proporti soluzioni nuove ed efficaci.

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