Ogni terreno può essere considerato un organismo vivente formatosi nel corso di millenni ed ancor oggi in corso di trasformazione. Si è formato dalla disgregazione della roccia madre ed è quindi costituito principalmente da sostanze minerali inorganiche e, in misura minore, da residui vegetali ed animali decomposti che costituiscono la componente organica. Il terreno presenta diversi strati, il primo strato, alto pochi centimetri, è formato da materiale organico di copertura e in via di decomposizione (foglie, rami secchi, frammenti di corteccia, corica erbosa, ecc.); tutto viene degradato e pian piano trasformato in sostanze nutritive per le piante (humus) dall’insieme di microrganismi presenti nel suolo. Nello strato superficiale, il più areato, si svolge dunque la maggior parte di processi vitali. Subito sotto c’è uno strato dello spessore variabile fra pochi centimetri sino a 50-60 (nei terreni più fertili), ricco di sostanze organiche già decomposte e di vita microbica; è qui che le radici trovano la maggior parte di nutrimento. A profondità maggiore, infine, vi è uno strato minerale, progressivamente più povero di vita, che giunge sul fondo, dove si trovano le formazioni rocciose originarie.
La vita nel terreno.
Un terreno sano è un terreno vivo che ospita una moltitudine di esseri viventi del mondo vegetale e animale. Dagli organismi più semplici e microscopici – quali batteri, alghe, funghi e protozoi – a quelli più evoluti come nematodi, vermi, lombrichi e insetti che vivono nel terreno e del terreno. Sono organismi decompositori, o predatori dei decompositori, rendono il terreno fertile, perché trasformano le sostanze organiche complesse (rami, foglie, escrementi, organismi morti o vivi…) in composti più semplici, assimilabili dalle piante, svolgono quindi una importante funzione nel riciclo di tutti gli elementi nutritivi. Una seconda importante funzione, è quella di conferire al terreno una struttura micro-glomerulare, costituita da particelle organiche unite a particelle minerali che consentono il passaggio, d’aria, ed il drenaggio dell’eccesso d’acqua fra i micro e macro pori. La terza importante funzione è quella di proteggere la rizosfera, grazie ad uno spiccato senso di territorialità, occupano tutto lo spazio, lo difendono da predatori e parassiti di radici vegetali e inducono la pianta a produrre un insieme di sostanze a questi poco favorevoli.